Bidonvia sul Catria

 
In risposta alla recente presa di posizione pubblica del sindaco di Frontone sulla riapertura della bidonvia del Catria, questa associazione esprime il suo parere.

Sarà l'anno del Monte Catria solo se la riapertura della bidonvia sarà contestualizzata in un progetto di riorganizzazione delle strade; sarà l'anno del Catria se andrà in porto l'istituzione della Riserva Naturale Regionale Monte Catria e Bosco di Tecchie; sarà l'anno del Monte Catria solo se la bella vetrina del Giro d'Italia non lascerà uno strascico di rifiuti... La tanto sbandierata ristrutturazione del vecchio impianto di risalita di Caprile è di principio una operazione economica troppo onerosa, che la Regione si sarebbe potuta risparmiare in modo da investire tutti quei soldi in altro modo, dando un vero sostegno alle problematiche della montagna marchigiana. Ora che il finanziamento si è concretizzato e i lavori in buona parte eseguiti tanto vale aprire il confronto sulla gestione della infrastruttura affinché sia sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Premesso che ricondurre il ripristino della bidonvia a chissà quale nuova era dello sci appenninico è quanto meno ingenuo, dato che non c'è né il clima né l'utenza giusta: occorre probabilmente ammettere che la scusa degli sport invernali sarà servita per rientrare nel finanziamento, ma la realtà è un'altra, per cui sarà meglio lasciar perdere l'idea di
potenziare pure lo skilift e aprire altre piste, senza parlare di assurdità come l'innevamento artificiale (ma con che acqua?) e l'illuminazione notturna. Come in passato è meglio ribadire il concetto: si al Parco, no al Luna Park... Se inveve la gestione dell'impianto si sviluppa lungo tutte le stagioni e in particolare in estate, ma con la contemporanea e indispensabile chiusura delle strade che da valle salgono in quota, allora ci possono essere non solo le basi di un'attività redditizia, di un servizio
prezioso per la popolazione, ma persino un miglioramento della tutela ambientale della montagna. Altre soluzioni che non prevedono la completa riorganizzazione del fitto intrigo di strade che oggi rovinano il paesaggio e il patrimonio naturalistico del Catria, saranno aspramente contestate dal mondo ambientalista e da chiunque ami veramente questo monte, e avranno per giunta il risultato di portare la nuova gestione della bidonvia verso la stessa sorte che è toccata alla precedente: il fallimento.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

 

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